“Ho sempre dovuto accontentarmi di poco perché sono nata in una famiglia povera. La pandemia ci ha mostrato che ci sbagliamo a pensare che il peggio sia alle spalle, perché la situazione può sempre aggravarsi. Qualcosa, tuttavia, rimane invariato: La nostra speranza e fiducia nell’Onnipotente.
L’iscrizione dei miei nipoti al programma di Compassion è una benedizione di Dio. Mi viene la pelle d’oca solo a pensare a come saremmo sopravvissuti nei primi tre mesi di pandemia se non fossero stati registrati”. Shokhina, 70, Bangladesh