Saremo coraggiosi: la storia di Shaniz - Compassion Svizzera
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Saremo coraggiosi: la storia di Shaniz

Shaniz, otto anni, vive nel pericoloso e gigante quartiere di Mathare, in Kenya. In questa comunità, la pandemia ha reso le famiglie ancora più precarie. “Il coronavirus è come un leopardo a caccia, é molto pericoloso. Sa come inseguire la sua preda e può causare gravi ferite e addirittura la morte”, dice Shaniz.

Le misure di distanziamento sociale e di quarantena adottate per fermare la diffusione del virus hanno decimato i mezzi di sussistenza di milioni di famiglie. La Banca Mondiale prevede che la pandemia potrebbe spingere 71 milioni di persone nella povertà estrema entro il 2020. I numeri sono così enormi, così travolgenti, che è difficile rendersi conto dell’entità del danno. Immagina invece Shaniz, mentre  consola coraggiosamente il suo orsacchiotto ed affronta una situazione che nessun bambino dovrebbe vivere.

La storia di una madre

La madre di Shaniz, Anne, lavora occasionalmente in una bancarella al mercato. Dalla morte del marito, avvenuta sei anni fa, i suoi figli dipendono dal suo unico reddito giornaliero. “Ho dovuto prendere in prestito cibo e i soldi per l’affitto e mi sono indebitata”, dice Anne. “L’incertezza sul prossimo pasto, su quando dovrò provvedere per il prossimo affitto, mi colpisce mentalmente. Vivo nella paura costante”.

Oggi la madre di Shaniz è riuscita a tornare al lavoro, ma è una decisione difficile. “Non ho il lusso di poter lavorare da casa”, dice Anne. “Se non mi presento fisicamente al lavoro, non vengo pagata”.

“La mia più grande paura è di non poter provvedere ai miei figli in questo momento critico. Uso i mezzi pubblici e anche questo mi preoccupa. E se contraggo la malattia e poi la porto a casa? Ma se decido di non lavorare, subentra un’altra calamità. È una scelta che devo affrontare ogni giorno”.

La nuova crisi della salute dei bambini

Ai bambini come Shaniz vengono generalmente risparmiate le peggiori conseguenze del virus sulla salute, ma gli effetti più ampi della pandemia potrebbero invertire anni di progressi globali nella salute dei bambini. Le Nazioni Unite riferiscono che le difficoltà economiche vissute dalle famiglie potrebbero causare centinaia di migliaia di ulteriori morti infantili nel 2020.

L’aumento della malnutrizione potrebbe avere conseguenze a vita. I sistemi immunitari indeboliti da un’alimentazione insufficiente o carente sono più vulnerabili alle infezioni. La malnutrizione può anche compromettere il linguaggio, la coordinazione e la memoria. Queste conseguenze dureranno più a lungo della pandemia stessa e causeranno problemi e difficoltà scolastiche ai bambini colpiti.

L'istruzione subisce ancora un nuovo impatto

Shaniz non va a scuola dallo scorso Marzo. In Kenya, le scuole non apriranno prima di Gennaio 2021. “L’anno scolastico 2020 sarà considerato perso a causa delle restrizioni  COVID-19”, ha detto il ministro dell’istruzione keniota George Magoha.

Quasi tutti i paesi del mondo hanno imposto la chiusura delle scuole dall’inizio della pandemia. 1,5 miliardi di bambini e giovani sono stati colpiti. Mentre due terzi dei paesi hanno introdotto piattaforme di apprendimento a distanza, trasmesse via radio, televisione o Internet, solo il 30% dei Paesi a basso reddito è stato in grado di farlo. Ma anche nei Paesi in cui l’apprendimento a distanza è disponibile, alcuni bambini sono stati lasciati indietro.

Ho paura per mia figlia

Shaniz si preoccupa di dover ripetere l’anno scolastico, una paura condivisa da sua madre Anne. “Non andare a scuola per il resto dell’anno significa che rimarrà indietro nella sua istruzione. I bambini delle scuole più ricche si stanno impegnando con l’e-learning, ma per noi qui in baraccopoli è solo un lusso che non posso permettermi”, dice Anne. Secondo le Nazioni Unite, la pandemia è destinata ad aumentare il rischio che i bambini abbandonino la scuola. Non tutte le famiglie hanno la televisione o l’accesso a internet.

 “Lasciare mia figlia a casa senza nessuno che si occupi di lei è un’altra delle mie più grandi preoccupazioni”, dice Anne. “Quando sono a scuola o al centro Compassion, mi sento rassicurata e a mio agio sapendo che è in un ambiente protetto”.

Gli esperti, sono preoccupati anche per i bambini isolati nelle loro case. Secondo le Nazioni Unite, le misure di confinamento aumentano il rischio che i bambini assistano o subiscano violenze e/o abusi nelle loro case.

L’abuso da parte di chi si prende cura dei bambini è la forma più comune di violenza che si può verificare quando le famiglie sono a casa, stressate e ansiose per il futuro. In un momento di crescente bisogno, i bambini non hanno più lo stesso accesso agli insegnanti con cui possono confidarsi.

Le chiese partner di Compassion in tutto il mondo sono impegnate a servire i bambini vulnerabili in quella che potrebbe essere la più grande lotta per la loro vita. “Il centro ci ha dato mascherine, cibo. Ci ha insegnato l’igiene e come mantenerci sani e sicuri”, dice Shaniz.

Nelle strade affollate del quartiere, fuori dalla sua finestra, la vita sembra continuare come se nulla fosse.

Shaniz, mentre abbraccia il suo orsacchiotto.

Sii coraggioso

“Qui le persone vivono come se il COVID-19 fosse solo un pettegolezzo”, dice Anne mentre si prepara a partire per il lavoro. “Dio mi sta insegnando ad essere totalmente dipendente da lui. Dico ai miei figli di fare del loro meglio, per quanto riguarda l’igiene, ma di confidare in Dio per tutto il resto”, dice, indossando la mascherina.

“Mi manca il modo in cui erano le cose prima. A volte la mamma si preoccupa molto. Non sembra più felice come una volta, ed è molto meno chiacchierona. Penso che abbia paura di molte cose, di ammalarsi, di perdere il lavoro e della nostra sicurezza quando non c’è”, dice Shaniz.

Grazie per essere al nostro fianco a favore della famiglie più vulnerabili

Foto di Isaac Ogila / testo originale di Zoe Noakes e Amanda Viviers

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