Haiti: 10 anni dopo il terribile terremoto, i sopravvissuti testimoniano
15 Gennaio 2020
Questo mese segna il decimo «anniversario» del terremoto più devastante di Haiti. Testimonianze di 4 sopravvissuti.
Il 12 gennaio 2010, un terremoto di magnitudo 7.0 ha scosso violentemente Haiti durante il pomeriggio. Il bilancio è terribile: 280.000 morti, 300.000 feriti e 1,3 milioni di senzatetto.
Dieci anni dopo, molti sopravvissuti portano ancora le cicatrici di questo evento traumatico. Affrontando ogni giorno con determinazione, coraggio e speranza. Per alcuni di loro però, la paura di un altro tremore è sempre presente.
Wisnerly aveva solo 10 anni quando il devastante terremoto ha colpito la sua casa.
«Tutti pensavano che la vita si fosse fermata...
Erano circa le 16:50 e stavo facendo i compiti. I miei genitori non erano con me. Ero molto spaventato, perché non volevo perderli. Il terreno tremava, la gente correva. Anche i praticanti di vudù chiedevano aiuto a Gesù, perché non capivano cosa stava succedendo. Dopo il terremoto ho visto mia madre e mio padre piangere e chiamare: Wisnerly, Wisnerly, dove sei? Wisnerly, Wisnerly, dove sei? Quando li ho visti, non ho più avuto paura...», racconta la giovane donna che compirà 20 anni quest’anno.
«Tutti pensavano che la vita fosse finita dopo il 12 gennaio», conferma il pastore Gary della John Wesley Church, responsabile del Centro frequentato da Wisnerly.
Anche lui ricorda la tragedia con emozione: «Non avevo mai dormito per strada prima... Ma dopo il 12 gennaio, ho passato quasi tre mesi a dormire per strada perché avevamo paura delle scosse di assestamento e della fragilità delle case, non eravamo al sicuro in casa.»
Compassion ha aiutato a ricostruire e ripristinare
Dopo il terremoto, Compassion Haiti ha visitato immediatamente tutti i centri e ha cercato notizie dei bambini e del personale. Alcuni centri che non erano stati distrutti sono stati utilizzati per distribuire acqua e cibo ai sopravvissuti e per fornire un luogo di riposo e sostegno.
«Abbiamo utilizzato alcuni centri come rifugi mentre si ricostruivano quelli danneggiati e le case delle famiglie», spiega Dominique di Compassion Haïti.
Non tutti i centri Compassion sono stati risparmiati. Alcuni erano irreparabili. Dopo il terremoto, grazie a una forte mobilitazione internazionale, Compassion Haiti ha costruito 30 nuovi edifici secondo gli standard sismici internazionali.
Uno dei 30 nuovi centri Compassion costruiti dopo il terremoto, secondo gli standard sismici internazionali.
«Se dovesse verificarsi un altro terremoto», dice Marie, direttrice di un centro, «i bambini sarebbero al sicuro qui. Il rifugio è solido. Ha tutto ciò di cui c’è bisogno. Sono grata e felice.»
Guarire il trauma
Ma i muri crollati non sono gli unici danni causati dal disastro del 2010. La perdita dei propri cari e i ricordi della violenza dei tremori hanno portato un grave stress post-traumatico tra la popolazione. Compassion ha fornito sostegno psicologico a più di 9.000 haitiani. «Dopo il terremoto, Compassion ha fornito consulenza e distribuito libri alle famiglie per insegnare ai bambini come affrontare i traumi», spiega Marie.
Due amici, Ashley e Jephte, giocano a scacchi nel loro centro Compassion.
Una presenza costante - anche 10 anni dopo
Dieci anni dopo il terremoto, Compassion è ancora coinvolta ad Haiti. In effetti, la nostra ONG è rimasta attiva sul territorio anche dopo il disastro. In questo Paese, che rimane uno dei più poveri del mondo, siamo infatti coinvolti dal 1968.
Una vista aerea di Haiti, che porta le sue cicatrici, ma che avanza con speranza.
Più di 122.000 bambini ricevono ogni giorno lezioni di sviluppo spirituale, sostegno nutrizionale e formazione scolastica e/o professionale attraverso le chiese partner di Compassion. «Se Compassion non fosse mai arrivata nella mia regione, avremmo perso ancora più parenti, amici e vicini. Cmpassion è un vero dono per noi», Marie si commuove.
Come Wisnerly, anche Jésus aveva solo 10 anni al momento del terremoto. Anche lui ricorda quel tempo: «Dopo il terremoto, nessuno ci ha aiutato tranne Compassion e i nostri sostenitori. Voglio ringraziare Compassion perché mi hanno sostenuto molto per affrontare questa difficile situazione. Grazie mille!»
Dieci anni dopo, le cicatrici sono ancora profonde e visibili ad Haiti, così come la sete di maggiore sicurezza e stabilità. Ma le chiese locali e i loro centri per i bambini poveri rimangono mobilitati. Sono una forza impegnata, che porta a una generazione di sopravvissuti - come Wisnerly e Jésus - la possibilità di (ri)costruire la fiducia e di guardare avanti con speranza.
Testo originale di : Laura Phillips - Compassion Canada / Foto di Javier Elis
Oggi, puoi ancora aiutare a ricostruire Haiti investendo nella vita di un bambino. Attraverso il sostegno a distanza, puoi aiutare la nuova generazione ad avere speranza e i mezzi per andare avanti con fiducia.
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